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8 Maggio 2023La percezione del dolore è un fenomeno complesso, elaborato da varie aree cerebrali e input percettivi. Per questo, è logico chiedersi dove possiamo localizzare il dolore?
In un altro articolo avevamo parlato della relazione tra descrizione del dolore e sensazione di dolore. Qui abbiamo notato come questi due parametri potessero essere considerabili come due facce della stessa medaglia. Si tratta di elementi necessari nella costruzione dell’esperienza: tanto da un punto di vista del riconoscimento logico, quanto nell’ottica della corporale del dolore. Allo stesso tempo, abbiamo evidenziato come alcune patologie vadano a colpire le aree cerebrali deputate a una o l’altra funzione, scindendone così l’azione efficace a livello percettivo e descrittivo.
Il grande quadro del dolore
Esistono casi in cui si è capaci di identificare logicamente il dolore senza provare dolore. Analogamente esistono casi in cui si prova un dolore generale e a-specifico, senza alcun modo di descriverlo e localizzarlo.
In breve, se percepisco dolore per l’attività di specifiche aree cerebrali dove si trova esattamente il dolore?Possiamo dire che, in qualche modo, il dolore è nel mio cervello? E che relazione ha l’ambiente che ci circonda? Ovvero, va incluso nell’analisi e nel processo di cura, essendo parte attiva nel processo di creazione del dolore stesso?
Dov’è il dolore?
Siamo costituiti da sistemi eterogenei in collaborazione tra loro, come il sistema nervoso o il sistema muscoloscheletrico. Questi, a loro volta, sono composti da organi stretti in un legame d’interdipendenza (es: il cervello, il midollo spinale, muscoli e tendini), che sono composti da cellule in costante contatto (come le cellule nervose e quelle muscolari). E, così via. Inoltre, siamo elementi costituenti e costituiti da sistemi più grandi come famiglie, comunità culturali e sistemi economici. Ebbene, in ognuno di questi sistemi, connessi reciprocamente, possiamo collocare, comprendere e analizzare il dolore sotto un diverso aspetto.
Diversi livelli di percezione del dolore
Discipline differenti e differenti approcci prendono in esame come oggetto e/o come mezzo di studio diversi livelli per analizzare e comprendere il dolore e le sue cause attraverso una lente diversa. Esaminiamoli insieme:
Livello Micro
- Ai livelli “inferiori” o micro, ad esempio, è possibile visualizzare lo stato di salute di cellule e organi come muscoli, tendini, dischi o nervi. In quest’ottica il dolore caratterizzante una frattura al piede, significherà la presenza di problemi nei tessuti. Ecco che un approccio classicamente “biomedico” che garantisce l’identificazione e la cura della singola zona danneggiata. Il dolore è identificato con le zone lese. Tra i tanti ambiti di studio del livello micro troviamo la biomeccanica, la fisiologia dell’esercizio o la neurodinamica. Ognuno di questi ambiti dà una migliore comprensione di come le strutture fisiche del corpo rispondono allo stress, sia per quanto concerne le lesioni e compromissioni, sia per l’adattamento e lo sviluppo.
Livello Meso
- Salendo di livello (livello “meso”) è possibile focalizzarsi sullo studio del comportamento di un sistema più grande come il sistema nervoso, il sistema immunitario o il sistema endocrino. Questo ambito garantisce la comprensione delle funzioni protettive dell’organismo. Il dolore è identificato come l’allarme che risponde alle minacce esterne, determinando la sensibilità percettiva e le cause scatenanti. Ne consegue, pertanto, una risposta.
Livello Macro-individuale
- Ai livelli di analisi “più alti” o macro individuali in cui si prende in considerazione la persona e/o l’ambiente con cui questa si relaziona (e non solo l’area lesa), si osservano fenomeni più complessi. Individuiamo il ruolo dei pensieri, delle emozioni o delle relazioni sociali. Questo approccio, detto “psicosociale”, analizza i danni considerando il ruolo del dolore come fattore disregolativo, in grado di determinare uno squilibrio e una rottura a livello generale, oltre che e/o piuttosto che unicamente specifico. È insomma un approccio più a ampio respiro, che considera i fattori psicologici oltre che fisici nella percezione del dolore. Ad esempio, la terapia comportamentale cognitiva permette l’apprendimento di esercizi fisici sulla base del fatto che questi, entro un’ottica psicosomatica, possano alleviare paure e dolori.
Infine, studiamo il ruolo dei sistemi sociali ed economici nella percezione del dolore, entrando a livello macro collettivo. Molti critici sociali sostengono che le vere patologie che causano un’ampia varietà di malattie croniche – tra cui la tossicodipendenza, l’ansia, la depressione e persino il dolore cronico – siano collocabili più a livello collettivo-sociale che individuale. Ad esempio, uno status socio-economico basso è sovente predittore di un dolore cronico.
La complessità degli approcci al dolore
L’idea di “basso” o “alto” livello non è il prodotto di un giudizio di valore. Per questa ragione, ho preferito parlare di approcci micro, meso e macro. Potremmo dire così: se il tuo sguardo privilegia le cause “biologiche” – riducendo l’identità e l’impatto di fenomeni mentali, emotivi e culturali a fenomeni fisiologici e cerebrali – è di natura riduzionista. Viceversa, se è uno sguardo totalizzante, che vuole prendere in carico dall’alto, le dinamiche psicologiche e culturali oltre che fisiche, potrà definirsi come olistico o sistemico.
Comprendere questi sguardi diversi
Non si tratta di affrontare il dolore attraverso prospettive “più giuste” di altre. Questo perché dipende tutto dal caso specifico, dalle esigenze del paziente e dall’approccio del medico. Alcuni problemi con il dolore, specie quelli legati a lesioni acute e specifiche, sono per lo più affrontati entro un’ottica micro (come identificare e localizzare il danno), procedendo con la cura.
Negli ultimi anni, si è assistito a una nuova “alfabetizzazione” medica, fondata sul bisogno di un approccio più ampio, in grado di tenere conto del ruolo delle dinamiche emotive, sociali, culturali.
Spero ti possano essere stati utili i miei consigli riguardo la percezione del dolore, alla prossima! Ciao!
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Dott. Christian Tonanzi
Osteopata e Fisioterapista
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